Internet e Libertà di Espressione a Rischio


Oggi mi ritrovo a parlare per la prima volta di politica. Mi piace scrivere articoli sulle nuove tecnologie che avanzano, ma oggi mi trovo a scrivere un articolo sulla politica e sulla libertà d’espressione in rete.

Il pacchetto sicurezza, recentemente approvato, contiene anche norme che vogliono essere un tentativo di controllare la rete. Critiche, lamentele, battute e polemiche sono già molto numerose.

Sto parlando della discussione di norme al Senato, che sembrano servire per contrastare l’uso e “criminalizzare” blog e social network. Se credete che stò esagerando leggete l’emendamento 50.0.100 all’articolo 50, a opera del senatore D’Alia (UDC-SVP-Aut.), approvato recentemente.
L’emendamento in questione, in sintesi, contiene le seguenti misure:

  • Che sia perseguita l’apologia di reato, l’istigazione a delinquere e quella a disobbedire alle leggi su Internet. Il Ministro dell’Interno avrebbe il potere di interrompere l’attività indicato e ordinare agli ISP di filtrare i contenuti.
  • Gli ISP devono attivarsi entro 24 ore dall’ordinanza, o affrontare una multa.
  • Al quarto comma dell’articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: “col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda”.

Il testo in questione appare dai contorni offuscati, ma si capisce abbastanza chiaramente che ogni riga o immagine che appare in rete potrebbe essere ritenuta un delitto potenziale.
Quindi, siti, forum, blog, social network potrebbero ricadere sotto queste norme.

Lo stesso senatore D’Alia:

“In questo modo diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network ‘Facebook’, dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio”.

Come al solito si parla di cose ovvie sulle quali difficilmente non si può essere d’accordo. Certo è curioso che D’Alia non abbia parlato di gruppi neonazisti, di quelli che predicano la superiorità di una razza su un’altra, di quelli xenofobi, di quelli che insultano ed umiliano le donne, e l’elenco potrebbe continuare.

D’altra parte tutti gli altri cattivi esempi potrebbe essere tutto e niente. Altri parlamentari, di entrambi gli schieramenti, per fortuna si sono accorti anche delle ‘altre’ devianze, che sono sfuggite a D’Alia.

L’unica soluzione è bloccare interi server. Gli ISP, per ora, non possono filtrare granché, anche se volessero
Con l’emendamento passano al governo poteri che si si aspetterebbe di vedere nelle mani dell’autorità giudiziaria, e sono già in molti quelli che vedono un controllo politico dove ci dovrebbe essere solo una vigilanza sulla legge.

Altri vedono già la censura bloccare ogni idea “non allineata”, in un novello mondo orwelliano. Siamo d’accordo sul fatto che si offra ai controllori, il Governo, un margine di discrezionalità troppo ampio, che permetterebbe di definire criminali anche chi si schiera su un caso come quello di Eluana Englaro, criminalizzando una o l’altra opinione, a seconda dell’orientamento del governo di turno.

L’argomento in questione è alquanto delicato, continuerò a tenervi informati sulla questione, intanto vi invito a leggere (sempre dal sito del Senato visto che non mi stò inventando niente) il DDL Carlucci, e quello di Barbareschi.

Immagino sarete d’accordo con me, e che non si può controllare Internet, che per sua natura è incontrollabile: chiunque può accedere e dire la prima cosa che gli passa per la testa. L’unica soluzione è bloccare, oscurare, interi siti, e questa sarebbe vera e propria censura, oggi in uso in Cina, Cuba…


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