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Forum più controllati. Grazie alla Cassazione

Forum

Quando ho aperto questo blog, pensavo di dover parlare solo di internet, di recensire programmi e servizi che possiamo trovare sul web, invece sempre più spesso mi trovo difronte a dover dare notizie di carattere politico.

Oggi è apparso su Internet questo articolo che riporto in versione integrale:

La Corte di Cassazione ha stabilito che i forum online non hanno le stesse tutele e diritti della stampa. In pratica è stato posto un evidente spartiacque tra la libertà di stampa – riconosciuta di fatto solo alle testate regolarmente registrate – e la comunicazione online.
Come ricorda La Repubblica “la sentenza, in particolare, respinge un ricorso fatto da Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) contro un sequestro di alcuni messaggi pubblicati sul suo sito, nel forum Dì la tua. E’ una vicenda del novembre 2006, quando, sulla scorta di inchieste giornalistiche e noti fatti di cronaca, il forum si è popolato di messaggi contro i preti pedofili”.

Nel marzo del 2008 l’associazione Mater Onlus di don Fortunato di Noto denunciò offese alla religione cattolica mediante il vilipendio dei suoi fedeli e dei suoi ministri (articolo 403 del codice penale). Il forum è stato sequestrato per un anno per ordine della Procura di Catania. Alla controffensiva dell’Aduc, il gip ha rifiutato il dissequestro, “concesso invece dal tribunale del riesame che aveva però ordinato all’associazione di eliminare per sempre i messaggi incriminati”, come ha ricordato Panorama.

“Contro questo provvedimento l’Aduc aveva presentato ricorso in Cassazione ritenendo che la decisione violasse la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero. Una tesi respinta però dalla Corte: il pensiero è libero, ma se diventa messaggio non può offendere nessuno”, continua la testata del Gruppo Mondadori.

“Alcuni messaggi contenevano insulti, altri no. Ma a noi preme evidenziare che non è giusto che esistano libertà di serie A e di serie B. Che un normale cittadino non possa scrivere su internet quello che un giornalista può dire liberamente”, ha dichiarato Aduc a La Repubblica. “E per questo motivo andremo avanti: ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo”.

L’associazione è convinta che ogni forma di comunicazione online, come i forum, chat, blog e newsgroup, dovrebbe essere tutelata come la stampa. In modo da evitare il rischio di sequestri “facili”.

Secondo la Cassazione (terza sezione penale, sentenza 10535), però, i forum “sono una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole e agli obblighi cui è soggetta la stampa (come indicare un direttore responsabile per registrare la testata) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che la Costituzione riserva solo alla stampa”.

“I messaggi lasciati su un forum di discussione che a seconda dei casi può essere aperto a tutti indistintamente sono equiparabili ai messaggi che possono essere lasciati in una bacheca e non entrano nel concetto di stampa, sia pure in senso ampio” continua la Corte, come riporta Il Giornale.

Effettivamente la questione è più complicata di quel che sembra. Se da una parte non può che infastidire il rischio di censura, dall’altra la presa di posizione della Cassazione per alcuni esperti è considerata quasi una buona notizia.

“E’ una buona notizia. Per la prima volta la Cassazione esonera i siti dagli obblighi della legge sulla stampa. Una cosa che gli utenti di internet temono da anni di subire”, ha dichiarato Fulvio Sarzana di S. Ippolito, avvocato esperto di internet, a La Repubblica. “Viene finalmente chiarito che non c’è l’obbligo di controllo su quanto pubblicato dai commentatori sul proprio blog. La responsabilità di eventuali diffamazioni è solo dei commentatori. Lo sarebbe anche del gestore del blog, se si applicassero le leggi sulla stampa”.

Ad esempio, se questa sentenza fosse stata emanata prima, il blogger siciliano che nel 2008 si rese responsabile di reato di stampa clandestina, per aver svolto attività giornalistica di denuncia attraverso una testata non regolarmente registrata, non sarebbe stato condannato.

Da rilevare ancora, che la Cassazione ha riconosciuto agli utenti la totale responsabilità delle pubblicazioni online – senza mettere di mezzo l’eventuale gestore o editore.

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