Vodafone, Limitazioni Assurde per il P2P


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Se sei cliente Vodafone e navighi con un PC o un cellulare attraverso un’offerta internet mobile, sappi che dal 20 novembre prossimo la tua connessione subirà un rallentamento della velocità massima se stai utilizzando applicazioni P2P (per intenderci: eMule, BitTorrent e tutti gli altri programmi usati per scambiare file tra utenti).

Traffico troppo congestionato

Per questo tipo di utilizzo della rete Vodafone ha deciso di operare delle restrizioni sul traffico dalle 7 del mattino alle 10 di sera; la motivazione ufficiale dell’operatore è quella di salvaguardare l’efficienza e la velocità del servizio internet per tutti gli altri utenti, poiché le applicazioni di condivisione dati sarebbero la causa di una certa congestione del traffico mobile.

Vodafone fa inoltre sapere che verranno introdotte limitazione e nuove condizioni anche per il traffico effettuato attraverso le applicazioni VoIP (cioè Skype e tutti gli altri programmi che permettono di telefonare gratis via internet).

Una questione da valutare con le autorità

Entrambi i provvedimenti sono da censurare, per quanto riguarda i programmi p2p, è vero che sono le applicazioni che generano più traffico in rete, ma è altrettanto vero che sono spesso anche la prima motivazione, per un cliente, per attivare un contratto di banda larga.
E ricordiamo che non si tratta, come molti provider vanno ripetendo, di “pochi utenti “maleducati” che intasano la rete danneggiando tutti gli altri”: in Italia eMule è usato da oltre 8 milioni di persone!

Quindi attirare verso la propria rete gli utenti col miraggio di una connessione a banda larga e poi restringere tale banda proprio per una delle applicazioni più popolari, fa pensare a specchietti, allodole e altre cose spiacevoli.

Per quanto riguarda il VoIP (altra applicazione molto popolare: gli italiani che usano Skype sono più di 4 milioni), poi, non c’è nemmeno la scusante dell’intasamento delle linee, perché il traffico generato da queste applicazioni è marginale rispetto al p2p, al video e altri.
La mossa sembra chiaramente messa lì a esclusiva protezione del business telefonico di Vodafone.

Un semplice annuncio non basta

Per la loro portata, limitazioni del genere dovrebbero essere ben chiare sin dall’inizio e non essere introdotte in corso d’opera.
Inoltre la compagnia telefonica dovrebbe meglio indicare nel dettaglio in che misura verrà limitata la velocità di connessione: la questione, infatti, andrebbe valutata e approfondita assieme alle autorità competenti.

Infine, essendo questa una modifica essenziale dell’oggetto del contratto andrebbe comunicata ai clienti con forme adeguate e non soltanto attraverso un annuncio sul sito: bisogna dare modo ai consumatori di poter scegliere se recedere o meno dal contratto.

Se da un lato è apprezzabile la trasparenza dimostrata da Vodafone (perché altri operatori probabilmente già mettono in atto tali restrizioni di traffico senza informare gli utenti), dall’altro occorre dire che in un caso come questo la trasparenza non basta.

Difendiamo la neutralità della rete

I provider e gli operatori di telecomunicazione non devono poter ingiustamente bloccare o degradare l’accesso a contenuti, applicazioni e servizi sulla base alla loro politica commerciale, così come non devono poter operare discriminazioni nei confronti di alcuni fornitori di contenuti e applicazioni, come è appunto accaduto in questo caso nei confronti di servizi come eMule e Skype.


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